La formattazione per il provetto sceneggiatore

INCONTRO N. 8: LE TELEFONATE

TIPI PARTICOLARI DI SLUGLINE: COME SCRIVERE LE TELEFONATE

FADE IN:

Vi sono diversi modi di scrivere le telefonate in una sceneggiatura, perché vi sono modi diversi per far vedere come le persone si telefonano sul grande schermo. La scelta di come scrivere la telefonata è tutta dello sceneggiatore e la scelta può essere di vitale importanza per far capire al lettore che cosa stia succedendo, oppure per suggerire delle “idee” al regista su come inquadrare i personaggi, oppure ancora per influire sul montaggio. Beh… vediamo in dettaglio le regole basilari e poi discutiamo su come usarle.

A – REGOLE

  1. Se vediamo e udiamo un solo personaggio

Se il nostro personaggio riceve o fa una telefonata, ma noi non riteniamo importante far vedere e sentire l’interlocutore, allora introduciamo il dialogo come un qualsiasi altro dialogo, con un solo personaggio che parla.

In effetti vi sono due modi per scrivere questo tipo di telefonata.

  1. Si potranno usare i … all’interno del dialogo per suggerire le pause, quando il nostro personaggio ascolta l’interlocutore, come ad esempio nel seguente dialogo:
Il cellulare di Giulia sulla scrivania SQUILLA. Giulia si gira, lo prende in mano e risponde.     
                      GIULIA
Pronto!…  Ciao Matteo, come mai mi chiami? …
Come sono in ritardo?…   Ma ti sbagli è domani…
Domani è Mercoledì… Noooo! Arrivo subito!  

Giulia interrompe la telefonata, si alza di scatto e fa cadere la sedia con appesa la sua borsa. Raccoglie la borsa, lascia la sedia a terra e si precipita verso la porta d’ingresso.        
  • Invece di mettere i puntini all’interno delle linee di dialogo, si può far fare al personaggio delle azioni mentre ascolta l’interlocutore, e spezzare il dialogo più volte. Riprendendo  l’esempio precedente, si potrebbe scrivere così:
Il cellulare di Giulia sulla scrivania SQUILLA. Giulia si gira, lo prende in mano e risponde.
  GIULIA                                       
Pronto!  

Giulia si appoggia allo schienale della sedia e sorride.  

GIULIA                         
Ciao Matteo, come mai mi chiami?  

Giulia si stacca dallo schienale, appoggia i gomiti sulla scrivania.  

GIULIA
Come sono in ritardo?  

Giulia cerca alla rinfusa tra le carte sparse sulla scrivani.  

GIULIA
Ma ti sbagli, è domani. Domani è Mercoledì!  

Giulia rovista tra le carte, non trova ciò che cerca. Si gira col busto per guardare il calendario appeso alla parete. Si alza di scatto, la sedia con attaccata la sua borsa cade a terra.  

GIULIA
Noooo! Arrivo subito!  

Giulia raccoglie la borsa, lascia la sedia a terra e si precipita verso la porta d’ingresso.    

Questo modo di scrivere la telefonata può essere molto più efficace nel descrivere cosa fa il personaggio mentre risponde al telefono (ricordiamo che le didascalie non sono mai ben viste soprattutto se sono tante all’interno di uno stesso dialogo) ma allunga la sceneggiatura.

Spetta allo sceneggiatore, se non vuole né far vedere, né far sentire l’interlocutore della telefonata, fare la scelta in base alla lunghezza della sua sceneggiatura (ricordate, meglio rimanere sempre al di sotto dei 120 minuti) e cosa sia importante per lui far vedere.

  • Se vediamo e udiamo un personaggio al telefono, ma udiamo solo l’interlocutore

Se è importante non vedere l’interlocutore ma sentire bene ciò che dice, allora la telefonata sarà un dialogo tra il personaggio che vediamo e che parla al telefono, e l’altro personaggio che non vediamo ma sentiamo solo e questo lo possiamo far capire inserendo vicino al nome del personaggio invisibile (V.O.). Il (V.O.) è la formattazione giusta perché il personaggio invisibile  sta in un luogo completamene diverso.  

Riprendiamo la scena precedente tra Giulia e Matteo, introducendo il personaggio Matteo non visibile sullo schermo, ma ben udibile.

Il cellulare di Giulia sulla scrivania SQUILLA. Giulia si gira, lo prende in mano e risponde.  

GIULIA                                       
 Pronto!  

MATTEO (V.O.)
Dove sei?  

Giulia si appoggia allo schienale della sedia e sorride.  

GIULIA                          
Ciao Matteo, come mai mi chiami?  

MATTEO (V.O.)
Sei in ritardo!  

Giulia si stacca dallo schienale, appoggia i gomiti sulla scrivania.  

GIULIA
Come sono in ritardo?  

MATTEO (V.O.)
Ma insomma ti stiamo tutti aspettando per entrare
nel locale, tu hai le chiavi!  

Giulia cerca alla rinfusa tra le carte sparse sulla scrivania.  

GIULIA
Ma ti sbagli, è domani. Domani è mercoledì!  

Giulia rovista tra le carte, non trova ciò che cerca. Si gira col busto per guardare il calendario appeso alla parete.  

MATTEO (V.O.)
Oggi è mercoledì, ci stiamo congelando qua fuori, vieni subito!  

Giulia si alza di scatto, la sedia con attaccata la sua borsa cade a terra.  

GIULIA
Noooo! Arrivo subito!  

Giulia chiude il cellulare, raccoglie la borsa, lascia la sedia a terra e si precipita verso la porta d’ingresso.  
  • Se vogliamo vedere e udire i due interlocutori parlare al telefono in luoghi diversi

Questo è un modo chiaro per scrivere una conversazione al telefono tra due personaggi che stanno in due luoghi diversi, e desideriamo vedere e udire entrambi nel loro ambiente.

L’iter da seguire è il seguente:

  1. Scrivere una intestazione di scena per far capire al lettore dove si trova il primo personaggio (se la telefonata si trova in una scena che ha già la sua intestazione non c’è bisogno di ripeterla) e descrivere che il personaggio riceve una telefonata oppure fa una telefonata. Il personaggio può parlare.
  2. Scrivere un’altra intestazione di scena per introdurre il luogo dove sta il secondo personaggio che ha fatto la telefonata oppure che ha ricevuto la telefonata, e descrivere il personaggio che risponde al telefono oppure che ha già il telefono all’orecchio, alla bisogna questo secondo personaggio può parlare.
  3. Inserire saltando una riga in maiuscolo INTERCUT – CONVERSAZIONE AL TELEFONO poi saltare un’altra riga e continuare con il dialogo tra i due personaggi senza più preoccuparsi dove essi siano.
  4. Saltare una riga e scrivere maiuscolo sulla sinistra

FINE DELLA CONVERSAZIONE TELEFONICA

Riprendiamo la conversazione tra Giulia e Matteo:

INT. UFFICIO DI GIULIA – GIORNO  

Giulia siede alla scrivania. Il cellulare di Giulia SQUILLA. Risponde.  

GIULIA
Pronto!  

EXT. STRADA,  MARCIAPIEDE DI FRONTE A UNA SARACINESCA CHIUSA – GIORNO  

Matteo, piumino, guanti, sciarpa e cappello, saltella dal freddo.  

MATTEO
Dove sei?  

INTERCUT: CONVERSAZIONE TELEFONICA  

Giulia si appoggia allo schienale della sedia e sorride.  

MATTEO
Sei in ritardo! E’ mezz’ora che ti aspetto!  

GIULIA
Ti sbagli, era domani, mercoledì!  

MATTEO
Oggi è mercoledì, sono congelato   vieni subito!  

GIULIA
Arrivo!  

Giulia si precipita verso la porta d’ingresso.  

FINE DELLE CONVERSAZIONE TELEFONICA

Esiste una variante per questo tipo di “INTERCUT”. Ricordiamo sempre che scriviamo per un lettore che non conosce la nostra storia e i nostri personaggi e che noi vogliamo convincere a leggere fino alla fine, e a dare un giudizio positivo sulla nostra sceneggiatura.

Vi è un secondo modo di scrivere questo tipo di telefonata, è più preciso. Ecco  come fare:

  1. Scrivere una intestazione di scena per far capire al lettore dove si trova il primo personaggio (se la telefonata si trova in una scena che ha già la sua intestazione non c’è bisogno di ripeterla) e descrivere che il personaggio riceve una telefonata oppure fa una telefonata.
  2. Scrivere un’altra intestazione di scena per introdurre il luogo dove sta il secondo personaggio che ha fatto la telefonata oppure che ha ricevuto la telefonata, e descrivere il personaggio che risponde al telefono oppure che ha già il telefono all’orecchio, alla bisogno questo secondo personaggio può anche parlare, ma brevemente.
  3. Inserire saltando una riga in maiuscolo

INTERCUT – PRIMO PERSONAGGIO E DOVE SI TROVA/SECONDO PERSONAGGIO E DOVE SI TROVA

Saltare un’altra riga e continuare con il dialogo tra i due personaggi senza più preoccuparsi dove essi siano.

Quando la telefonata è finita saltare una riga e scrivere in maiuscolo a sinistra

FINE INTERCUT

Riprendiamo l’esempio:

INT. UFFICIO DI GIULIA – GIORNO  

Giulia siede alla scrivania. Il cellulare SQUILLA. Risponde.  

GIULIA                                                                       
Pronto!  
EXT. STRADA,  MARCIAPIEDE DI FRONTE A UNA SARACINESCA CHIUSA – GIORNO  

Matteo, piumino, guanti, sciarpa e cappello, saltella dal freddo.  

MATTEO
Dove sei?  

INTERCUT: GIULIA IN UFFICIO/MATTEO PER STRADA  

GIULIA                         
  Ciao Matteo, perché mi chiami?  

MATTEO
Sei in ritardo! E’ un’ora che ti aspetto.  

GIULIA
Ma ti sbagli, era domani: mercoledì!  

MATTEO
Oggi è mercoledì! Vieni subito!  

GIULIA
Noooo! Arrivo!  

Giulia chiude il cellulare, si precipita verso la porta d’ingresso.  

FINE INTERCUT

B) COME E QUANDO USARE LE REGOLE

Ricordiamoci sempre che scriviamo per essere letti, per impressionare il lettore con la nostra storia e il mondo preciso in cui la raccontiamo.

Non abbiamo poi tutto questo margine o meglio, tutta questa libertà di azione per decidere come, chi ci legge debba visualizzare la scena, e soprattutto non bobbiamo fare “bella figura”. Il nostro scopo è differenziarci dalla massa, essere migliori degli altri perché la nostra sceneggiatura non venga scartata. La formattazione certo, non è e non dovrebbe essere la ragione della scelta (che dovrebbe essere la qualità della storia e dei suoi personaggi) di sicuro però può influire in modo positivo sulla scelta.

Possiamo seguire questa o quella regola, non si può dire che scrivere usando il (V.O.) sia meglio o peggio dell’uso dell’INTERCUT e così via… Quello che si può e si deve dire e ripetere a chi si avvicina a questa particolare forma di scrittura, è di  conoscere bene le regole, e poi fare la scelta più consona a ciò che vuole esprimere.

L’interesse del lettore e la tensione che vogliamo creare la possiamo suscitare attraverso le nostre scelte su che cosa far vedere sul grande schermo, e facilitare l’immaginazione del lettore perché lui possa, mentre ci legge, vedere la scena davanti ai suoi occhi, proprio come noi ce la siamo immaginata quando l’abbiamo scritta.

Ricordiamoci sempre, una volta che abbiamo finito di scrivere una scena, di porci queste domande: sono stato chiaro? Ho mostrato bene ciò che volevo far vedere? Ho suggerito attraverso le immagini che ho evocato, questa o quella emozione? E’ giusto aver usato questa tecnica per questa telefonata invece di quest’altra?

Non pensiamo mai che una piccola scena, e questo vale per qualsiasi scena, ma qui mi riferisco specificatamente alle scene in cui ci sono delle telefonate,  non “possa fare la differenza”. Non è vero! E’ nella voglia di dedicare ad ogni scena, importante o meno importante che sia, la stessa dedizione, passione e precisione, che si crea un prodotto eccellente.

Buon lavoro! Spero di essere stata utile.

FADE OUT. 

N.B. Se leggete la sceneggiatura del film “Phone Booth” in italiano “In linea con l’assassino” sarete sorpresi che l’autore Larry Cohen, abbia trattato la voce al telefono come un altro personaggio.